Anticamente, prima dell’XI secolo, il borgo di Montecatini Val di Cecina era conosciuto col nome di Monte Leone (Castrum Montis Leonis), così compare su una bolla di Pietro, Vescovo di Volterra nel 1099. Nel corso dei secoli il territorio fu a lungo conteso tra Pisa e Volterra, per passare infine sotto il controllo di Firenze nel 1472.

Camminando tra i vicoli del centro storico si nota subito la bella piazza sovrastata dal Castello e dall’imponente Torre Belforti (dell’XI secolo), che svetta nella sua base quadrangolare, senza merlatura, con mura spesse a fasce bianconere. La torre, proprietà delle famiglie volterrane Belforti, Pannocchieschi e Inghirami, fu sede dei Capitani di Volterra e di Firenze prima di passare ai baroni francesi de Rochefort.

 

Due fori aperti trasversalmente fungono da cannocchiale verso il Mastio di Volterra e la Rocca Sillana. Sulla stessa Piazza Garibaldi si affacciano inoltre la romanica Chiesa di San Biagio e il trecentesco Palazzo Pretorio, oggi sede del Centro di Documentazione e parte integrante di un circuito che include il sito minerario di Camporciano e il Museo delle Miniere.

La storia di Montecatini Val di Cecina è infatti intimamente legata alle vicinissime miniere di rame di Camporciano – divenute nell’800 le più grandi d’Europa –, note e sfruttate sin dall’epoca etrusca e rimaste in attività fino al 1907. Oggi le miniere sono visitabili, si può vedere il celebre Pozzo Alfredo, diverse gallerie e si possono ammirare tutte le varie fasi dell’antica lavorazione del rame.

Appena a un chilometro dalle suggestioni medievali del centro dominato dalla Torre Belforti, è infatti rimasta attiva dal tempo degli etruschi sino al 1907 una miniera di tradizione mitica, che nel XIX secolo ha raggiunto l’apice della sua straordinaria evoluzione. Arrivata fino a contare ben dieci livelli da cui si diramavano diverse gallerie, sommando le lunghezze delle quali si arrivava a raggiungere i 35 chilometri di cunicoli e una teoria di pozzi che messi uno sopra l’altro avrebbero raggiunto i 10 chilometri di profondità! 

Dal 2001 tutte le gallerie sono state restaurate e nel 2003 è stato aperto il Museo delle Miniere, visitando il quale si possono ammirare le strutture ottocentesche per l’estrazione del minerale, le Laverie per il lavaggio e la raffinazione del rame, parte delle gallerie, gli uffici di amministrazione e il principale pozzo di estrazione.

 

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